"Un caffé per me e per la mia coscienza"

mercoledì 27 luglio 2011

Alemanno e la violenza contro le donne

E' stato distribuito in 10 mila copie nella metro di Roma il "Vademecum per la tua sicurezza. Sicurezza, un lusso che noi donne vogliamo permetterci". Un manuale per donne sole che abitano e girano nella Roma Gothan City di Alemanno. Stupri, violenze e minacce, una città oscura, pericolosa e abbandonata a se stessa, dove alle donne viene consigliato di "non indossare abiti appariscenti" se si viaggia in metro la notte. Una città, Roma, che viene descritta come un luogo non sicuro, anche se governato dall'uomo che in campagna elettorale si è promosso come l'uomo della sicurezza.
Ed è stato proprio l'uomo della sicurezza a vincere le elezioni, cavalcando il terrore del tentato stupro (sventato da un suo sodale) in una stazioncina alle porte della città poche settimane prima delle elezioni.
Oggi però le cose non sembrano essere andate come avrebbe voluto Alemanno, la "sua" città sembra essere abbandonata a se stessa e agli istinti più biechi della natura umana. La sporcizia, l'arroganza, l'ignoranza, la fobia dell'altro e dell'estraneo, la violenza contro la donna e contro gli immigrati stanno dilagando, lasciando per le strade solo cartacce e stracci.
Roma è una città che ha perso il suo fascino, i suoi tramonti sembrano sbiaditi e non quella meraviglia che solo a Roma si poteva ammirare.
Roma è in pieno declino, soprattutto Roma sta perdendo se stessa e i suoi cittadini se deve chiedere alle sue donne di nascondersi, di munirsi di un braccialetto anti-violenza, di girare bardate e "velate" per non dare adito all'uomo-maschio di violentarle, di tenere sotto mano il cellulare impostato con i numeri della polizia, di non girare di notte in luoghi bui e di accertarsi che ci sia sempre un posto "sicuro" nelle vicinanze cui chiedere aiuto, una campanello di uno sconosciuto cui bussare.
Questa è paranoia, è follia ma soprattutto è la dimostrazione di una mancanza di cultura. Sono queste le operazioni sgradevoli di un marketing disincentivante, fobico che invoca al male assoluto che non sempre esiste.
Stasera ci sarà una grande manifestazione in piazza Trilussa per dire no al "metodo Alemanno", per dire no alla violenza psicologica e paranoica, per dire no a questo vortice perverso in cui si vorrebbe rinchiudere tutte le donne.
http://www.unita.it/polopoly_fs/1.312822.1310465832%21/menu/standard/file/Vademecum1.pdf

martedì 19 luglio 2011

Il "rottamatore" super-giovane Renzi e gli impiegati pubblici di fantozziana memoria

E' di questi giorni la notizia sui quotidiani fiorentini e nazionali dell'ultima boutade del sindaco rottamatore Matteo Renzi. Il sindaco super-giovane, oramai non più giovane, da sempre criticato per le sue campagne donchisciottiane qualche giorno fa se l'è presa con i dipendenti del suo Comune accusandoli di "indossare il cappotto già un quarto d'ora prima di uscire"!
Ma da qualche settimana l'aria era diventata irrespirabile per i poveri dipendenti comunali: da dieci giorni il sindaco aveva introdotto la draconiana imposizione di timbrare il cartellino a ogni sigaretta.
E se il sindacato, non certo vicino al sindaco, lo accusa di essere un democratico del "decido solo io", questa volta il sindaco tutti torti forse non ce l'ha.
Le motivazioni del suo sfogo sono chiare e certamente condivisibili (ovviamente per chi dipendente pubblico né a tempo indeterminato è): veder sfilare ogni giorno nei cortili del Comune i dipendenti fumatori può essere spiacevole, soprattutto se si guarda alla realtà sociale del Paese intero. Giovani disoccupati, cassa integrazione galoppante, imprese a rischio o già fallite ed ex dipendenti alle prese con gli aiuti statali che non arrivano mai, anzi. E poi c'è il problema della rappresentanza sindacale, della pensione che in molti, in troppi non avranno, anche se continuano a pagare ogni mese l'Inps.
E' indubbio vi sia un malessere sociale molto ampio e probabilmente i dipendenti comunali dovrebbero essere tra i primi a dare il buon esempio. Sono molti quelli che lo fanno, da sempre, ma altri invece talvolta assumono più atteggiamenti fantozziani e non solo nel pubblico. Si è spesso convinti che un contratto a tempo indeterminato rappresenti più che un'assunzione (a vita), un'adozione, un vitalizio che manteniamo qualunque cosa succeda, perché tanto non ci possono mandare via, perché tanto ci sono i sindacati che ci proteggono.
Tutto giusto? Non troppo. Se il lavoro è un diritto è al tempo stesso anche un dovere (personale, aziendale, sociale), in particolar modo in questo periodo di incertezza dove chi ha un lavoro (garantito e assicurato) dovrebbe pensare un po' di più al proprio vicino che invece è a casa o alla ricerca disperata o che ha perso la voglia e la speranza.
E i sindacati? Renzi chiede loro di ridursi le ore di permesso, è così paradossale? Perché? Anzi sembrerebbe giusto, troppo spesso i sindacalisti appaiono come quelli che fanno poco e nulla e che approfittano della loro posizione, politica, per svicolare dalle responsabilità del proprio lavoro, perché tanto loro di certo il posto fisso non lo perdono. E poi, oramai la loro rappresentanza è decisamente scarna e poco rappresentativa della classe lavorativa dell'Italia. Gli iscritti sono prevalentemente pensionati e dipendenti a tempo indeterminato, perché dei determinati, degli atipici, delle partite iva (che non sono ricchi evasori professionisti, ma giovani cui si chiede la partita iva per avere meno garanzie e meno stipendio, ma paradossalmente ben più tasse) interessa poco, molto poco e poco o nulla si può fare per loro. Nono sono garantiti? Non prenderanno mai una pensione? Io intanto continuo a fumare la mia sigaretta in giardino e a fare la coda col cappotto per timbrare il cartellino!