"Un caffé per me e per la mia coscienza"

mercoledì 13 aprile 2011

Report e i direttori del personale

E noi che ci eravamo fatti un'idea sbagliata...
Se le aziende posssono 'spiare' le nostre abitutidini attraverso le informazioni che immettiamo nella galassia dei social network, non è sempre detto che questo impicciarsi non sia a fin di bene.
è una delle notizie di stamattina (subito dopo la più succosa rivelazione di due 18enni  "alle 'eleganti' serate di Arcore") di Repubblica.
7 direttori del personale su 10 dall'inizio di questo anno hanno fatto uso del web per rintracciare e recuperare informazioni sui candidati che stavano per assumere. Sbagliato? Può essere. Una forma di tutela? Forse. Curiosità? Può darsi. Certo è che spesso durante i colloqui non si dice tutta la verità (e va bene) e talvolta si rischia di omettere informazioni para-professionali che si ritengono poco valide o poco interessanti per un futuro lavorativo e che invece, se e quando scoperte tramite il web, contribuiscono positivamente nella scelta di un candidato.
D'altronde il rapporto è reciproco, Magda. Chi, prima di andare ad un colloquio, non sbircia per benino tutte le info sul futuro probabile datore di lavoro? E allora, se noi abbiamo il diritto di sapere dove vogliamo andare a lavorare, probabilmente anche l'azienda avrà diritto (o perlomeno curiosità e coscienza) di sapere chi si sta mettendo dentro casa.

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